Il prezzo dello skipass appare elevato, ma molte stazioni sciistiche faticano a chiudere la stagione in pari, proviamo a capire cosa c’è dietro al costo dello skipass.
Agli sciatori spesso il costo dello skipass sembra eccessivo, soprattutto per le famiglie è molto oneroso, ma per contro le società di impianti spesso chiudono la stagione in perdita. Per questo, provo a spiegare cosa incide sul prezzo dello skipass.
Gli sciatori apprezzano impianti moderni, veloci e confortevoli; piste ben innevate al primo freddo, quindi impianti di innevamento efficientissimi e, di conseguenza, le piste devono “essere preparate d’estate” spianandole da buche e sassi per evitare sprechi di neve. Tutto ciò, in un contesto di pregio ambientale e paesaggistico com’è la montagna, richiede maggiori accorgimenti per costruire infrastrutture che si integrino e valorizzino l’ambiente circostante e quindi, maggiori costi.
Tutte queste infrastrutture e tecnologie hanno costi molto elevati (decine di milioni di Euro) il cui ammortamento deve avvenire in media nei quattro mesi invernali per impianti e piste, in un paio di mesi per gli impianti di innevamento. Lo skipass paga la quota di ammortamento annuale di questi costi.
A questi costi, si aggiungono i costi di gestione, per 24h su 24: ogni impianto richiede un numero minimo di personale definito per legge; consuma energia sia che giri carico o scarico; richiede manutenzione in base a quanti giri compie e non al carico di persone. Affiche al mattino le piste siano tirate alla perfezione, i gattisti lavorano dalla chiusura degli impianti a notte con tempi di battitura legati alle condizioni meteo e all’usura giornaliera. Ogni giorno la posa e il ritiro di tutti gli allestimenti di sicurezza (reti, materassi ecc.) comportano ore di lavoro prima dell’apertura e dopo la chiusura degli impianti, a prescindere dal numero di sciatori. L’innevamento artificiale avviene sulle 24 ore: sempre all’erta per freddo, vento, umidità, oltre a tutti i problemi tecnici che, come in tutte le macchine ed in tutti gli impianti, si possono verificare. Questo spiega i costi fissi, indipendenti dall’afflusso di sciatori, che le stazioni sostengono sia nelle stagioni buone, che in quelle meno buone: l’impianto gira comunque.
Il maggiore fattore di rischio per le stazioni sciistiche è l’incidenza del meteo che, a volte ha un peso immenso sugli introiti, con riflessi non solo sugli impiantisti ma su tutto l’indotto: dalla vendita di attrezzatura ed abbigliamento ad alberghi e ristoranti alle scuole di sci.
Detto questo vediamo cosa potrebbe permettere di contenere il costo di uno skipass. Sicuramente, un aiuto arriverebbe dall’aumento del numero di sciatori, ma in Italia lo sci è uno sport maturo in leggero declino anche perchè non si inizia più a sciare da bambini, lo sport a scuola non viene valorizzato, la settimana bianca in Italia non esiste. Gli altri paesi dell’arco alpino hanno proporzionalmente molti più sciatori dell’Italia, perché oltre ad avere le vacanze invernali, esse sono distribuite sulle settimane da gennaio a marzo in modo tale da non avere la concentrazione che si ha nel nostro calendario.
Un’altra possibilità per contenere i costi dello sci sarebbe rappresentata da un maggior sostegno pubblico nella realizzazione delle infrastrutture e degli impianti di innevamento che garantiscono una proficua stagione invernale a tutti gli operatori. A oggi in alcune regioni il pubblico costruisce impianti, piste e innevamento per poi gestirli direttamente o darli in gestione al privato.
Gli impianti di risalita rappresentano un fattore di importanza vitale per l’economia dei territori di montagna dove il turismo è vitale.
Luca Mattiello è un appassionato della montagna e uno specialista dell'attrezzatura necessaria per esplorare e affrontare le sfide di questo ambiente unico. Con una profonda passione per l'avventura all'aperto e una vasta conoscenza delle tecniche di escursionismo, alpinismo e trekking, Luca si dedica a condividere le sue esperienze e conoscenze.