Nessun alpinista parte per un’escursione pensando che rimarrà ferito.
Tuttavia, ogni anno in montagna si verificano degli incidenti, che colpiscono sia gli scalatori alle prime armi sia quelli esperti.
In questa guida vengono trattati i principi essenziali per arrampicare in sicurezza: conoscere le cause che provocano gli incidenti, saper affrontare i rischi oggettivi, essere in grado di valutare il grado di accettazione del rischio da parte del gruppo, e imparare a sviluppare una buona capacità di giudizio, in modo da saper valutare con obiettività il livello tecnico e la forza del team, soprattutto in caso di variabilità delle condizioni esterne.
IMPARARE DALL’ESPERIENZA
Non c’è alcun dubbio sul fatto che imparare dai propri sbagli serva ad affinare la propria capacità di giudizio, ma è meglio che gli errori che facciamo siano piccoli, perché a volte la montagna non perdona. La cosa migliore è cercare di imparare dall’esperienza degli altri. Per l’alpinista in erba, questo significa che deve affidarsi a degli istruttori qualificati e arrampicare con dei compagni esperti; per gli alpinisti a ogni livello, significa che devono studiare i rapporti degli incidenti, per capire che cosa è andato storto e mettere in pratica la lezione che altri hanno imparato sulla loro pelle.
Le cause principali degli incidenti in montagna
Una delle migliori fonti di informazioni sugli incidenti che avvengono in montagna è Accidents in North American Mountaineering, pubblicato congiuntamente ogni anno dal Club alpino americano e dal Club alpino del Canada. Studiando il volume, gli alpinisti imparano dalle esperienze degli altri e migliorano la loro preparazione nell’uso delle attrezzature e nell’applicazione delle tecniche, affinando progressivamente la loro capacità di giudizio. Leggendo questa pubblicazione gli scalatori apprendono quali possono essere le conseguenze degli incidenti, e questo li aiuta a modificare il loro atteggiamento verso la montagna, rendendoli più prudenti e attenti alla sicurezza.
In base all’Accidents in North American Mountaineering, le cause più frequenti degli incidenti in montagna sono le seguenti.
Cause dirette più frequenti
-cadere o scivolare sulla roccia
-scivolare sulla neve o sul ghiaccio
-caduta di rocce, ghiaccio o altri oggetti.
Cause che più frequentemente contribuiscono agli incidenti
-arrampicare in solitaria
-superare le proprie capacità
-avere un equipaggiamento/abbigliamento inadeguato
-non posizionare le protezioni / usare protezioni inadeguate
-condizioni meteorologiche.
PERICOLI OGGETTIVI
Quando si parla di pericoli oggettivi in relazione all’arrampicata, si intendono i pericoli concreti che si possono presentare lungo la via. Quelli più comuni sono
-caduta di sassi
-distacco di rocce provocato dal passaggio degli scalatori
-manto nevoso instabile
-cornici e cascate di ghiaccio
-crepacci e fossati
-esposizione (la distanza dalla quale lo scalatore potrebbe cadere)
-alta quota (e relativi effetti sull’organismo)
-condizioni meteorologiche.
La maggioranza di questi pericoli non dipendono dall’uomo, e devono essere tenuti in considerazione non solo nella scelta della via, ma anche durante l’intera fase di arrampicata. Questo volume dà dei suggerimenti e delle indicazioni utili su come prevenire gli incidenti provocati dai pericoli sopra elencati.
In alcuni casi il pericolo è prevedibile, per esempio la caduta di rocce in una gola o un crepaccio visibile su un ghiacciaio. Altre volte, però, non lo sono, come un crepaccio nascosto da uno strato di neve fresca. La scelta di come, quando e dove attraversare un punto potenzialmente pericoloso, oppure la decisione di non attraversarlo affatto, determinano l’entità del rischio che il gruppo assume. Questo vale soprattutto per le vie impegnative ad alta quota, dove il margine di sicurezza è basso. Anche se usa tutto il buon senso di cui è capace, in alcuni casi tutto gioca a sfavore del gruppo, e per sopravvivere gli scalatori sono costretti a tentare la fortuna. La maggior parte di loro, però, non sono disposti ad assumere un rischio di queste proporzioni.
È importante che i rischi assunti siano equilibrati al livello tecnico degli scalatori. Quando si prendono in considerazione i pericoli oggettivi di una via, è utile farsi queste domande:
-quali sono i pericoli oggettivi?
-come posso evitarli o proteggermi da loro?
-come posso modificare i miei programmi, in modo da adeguarli ai reali pericoli oggettivi?
-sono sicuro che tutti i componenti del gruppo abbiano le competenze necessarie a superare incolumi tali pericoli?
Quando vi trovate lungo la via, continuate a farvi queste domande e prendete le decisioni in base alle risposte che vi siete dati. Osservate come si sta comportando il gruppo, sia dal punto di vista fisico sia sotto l’aspetto psicologico, e valutate come influirebbe un eventuale cambiamento del tempo sull’entità dei pericoli oggettivi. Siate pronti a modificare i vostri programmi, se necessario.
SFERA DEL RISCHIO ACCETTABILE
Arrampicare implica sempre una percentuale di rischio. L’entità del rischio che uno scalatore è disposto ad accettare è una decisione personale. Alcuni alpinisti si accontentano di limitare le loro avventure alla traversata occasionale di un nevaio o a una facile arrampicata su roccia; altri cercano le vette più impegnative, che richiedono molta fatica, l’attrezzatura migliore, le tecniche più avanzate.
Esiste un modo per rappresentare graficamente il livello di rischio, tramite una sfera o una bolla, al centro della quale si trova lo scalatore (fig. 22.1). Tutto ciò che si trova all’interno della sfera è quello che lo scalatore considera un rischio accettabile, mentre all’esterno ci mio i rischi che non è disposto ad assumere. La maggior parte degli alpinisti probabilmente ha un’idea abbastanza chiara del proprio limite di tolleranza. Il diametro della sfera dipende da vari fattori, quali il livello di competenza, l’attrezzatura disponibile, gli obiettivi personali e. primo fra tutti, il modo in cui il singolo scalatore si pone di fronte ai pericoli oggettivi che incontra durante l’arrampicata.
Mentre acquisite esperienza la vostra sfera tende a crescere, proporzionalmente alla vostra capacità di arrampicare su qualunque tipo di terreno. Tuttavia, molti alpinisti raggiungono un punto in cui sono soddisfatti del livello di rischio assunto, e non sono disposti ad andare oltre. In alcuni casi la sfera del rischio diminuisce, anziché aumentare, perché Io scalatore decide di optare per obiettivi meno ambiziosi, perché sente la responsabilità della famiglia, o magari in seguito a un incidente che ha coinvolto lui o i suoi amici. È importante sapere qual è il limite del rischio accettabile di ogni singolo componente del gruppo.
Scegliete sempre una via che rientri nella sfera del rischio accettabile di tutto il gruppo. Potete farlo da casa, consultando le guide o parlando con delle persone che hanno già arrampicato sulla via che vi interessa. Scoprite quali pericoli presenta, studiate il modo per prevenirli, e cercate di capire se il programma finale rientra nella sfera di rischio accettabile dell’intero gruppo. Se non è così, scegliete un’altra via. In alcune escursioni è opportuno tornare indietro o optare per un itinerario diverso, se quello scelto inizialmente si rivela troppo difficile per il livello tecnico del gruppo, o se occorre più attrezzatura di quella che gli scalatori hanno portato con loro. Spesso una montagna offre vari percorsi, ed è possibile raggiungere la cima tanto agognata senza sottoporre il team a dei rischi che superano il limite che è disposto ad accettare.
CAPACITA DI GIUDIZIO
A posteriori è facile capire che cosa è andato storto in un’escursione, ma riuscire a mantenere il sangue freddo e decidere la cosa più sensata nel mezzo di una via di arrampicata non è altrettanto semplice. Sono molti i fattori che possono influenzare l’obiettività e il buon senso di uno scalatore, e capirli può aiutare a prendere le decisioni migliori.
Il desiderio di raggiungere la cima probabilmente è il fattore che maggiormente annebbia la capacità di giudizio di un alpinista, soprattutto durante una spedizione o una vacanza, quando per anivare alla meta sono stati investiti molto tempo ed energia. Se prima di partire tutti i componenti del gruppo hanno accettato il fatto che l’obiettivo primario è che tutti tornino a casa sani e salvi, decidere dovrebbe essere più facile. Questo dovrebbe aiutare il gruppo a trovare delle alternative più sicure, o a decidere di rinunciare, quando le cose iniziano a prendere una brutta piega.
L’incapacità di decidere per il meglio può essere dovuta anche alla mancanza di esperienza, soprattutto fra gli scalatori più giovani. In qualche caso, per esempio, i componenti del team potrebbero non rendersi conto dell’entità dei rischi oggettivi, o potrebbero non essere in grado di usare correttamente un nuovo pezzo dell’attrezzatura. Con il tempo potrebbero persino dimenticare parte delle cose che hanno imparato, sviluppando delle abitudini pericolose.
In alcuni casi può capitare di applicare una tecnica in modo scorretto odi fare una valutazione sbagliata senza che ci siano conseguenze immediate, ma questo non riduce l’entità del rischio al quale si va incontro. Per esempio, il gruppo potrebbe attraversare un pendio a elevato rischio di valanga senza provocare un distacco, oppure attrezzare un ancoraggio di assicurazione precario, senza essere costretto a sperimentarne la capacità di trattenere una caduta. Tuttavia, a volte una temperatura di pochi gradi in più o un passo falso di uno degli scalatori sono sufficienti a varcare il confine fra progressione sicura e incidente. Non fate mai affidamento sulla fortuna; continuate ad aggiornarvi e a perfezionare la vostra tecnica, e cercate di migliorare costantemente le vostre competenze e la vostra capacità decisionale, in modo da non esporvi mai al rischio di un incidente.
Mentre imparate ad arrampicare, probabilmente saranno gli scalatori più esperti del gruppo a decidere qual è la soluzione più sicura. Osservate il modo in cui valutano i pericoli e decidono di conseguenza così che, quando arrampicherete senza di loro, sarete in grado di fare le stesse considerazioni. Mentre assistete a questa fase di analisi dei rischi non limitatevi a essere spettatori passivi, ma usate la vostra capacità critica e intervenite, se ritenete che la decisione presa non garantisca un livello di sicurezza adeguato; è possibile che l’imprudenza di chi ha deciso sia dettata dal fatto che non ha mai dovuto pagare per i propri errori. Non si può certo pretendere che le guide contengano un elenco di tutti i possibili rischi, e nei casi in cui la via di arrampicata si rivela più pericolosa del previsto, bisogna alzare al massimo il livello di guardia.
Un’eccessiva fiducia in se stessi è un altro dei fattori che possono influire sulla capacità decisionale. Nella lista fornita all’inizio di questa guida, scegliere una via di arrampicata di difficoltà superiore alle proprie capacità occupa il secondo posto tra le cause che più frequentemente contribuiscono al verificarsi di incidenti. Occorrono degli anni per sviluppare la capacità di giudizio necessaria ad arrampicare in sicurezza; molti alpinisti alle prime armi non riescono a contenere il proprio entusiasmo, e il risultato è che a volte si mettono in situazioni che non sono in grado di affrontare, e rimangono coinvolti in incidenti. Le immagini di scalatori esperti che arrampicano da primi o in solitaria su una parete verticale o su un canalone di ghiaccio sono molto suggestive, ma la foto non rivela quanti anni di preparazione ci sono voluti per poter tracciare quella via, né lascia intuire l’attento processo di valutazione del rischio che gli scalatori hanno dovuto seguire prima di iniziare ad arrampicare.
Molti fattori contribuiscono al successo di un’arrampicata: la capacità di scegliere la via migliore, una competenza tecnica adeguata al grado di difficoltà, delle condizioni meteorologiche favorevoli, la tenacia, un’efficace gestione del tempo. L’insorgere di difficoltà inerenti ai fattori menzionati può comportare dei rischi per il gruppo; quando questo accade, gli scalatori che ne fanno parte devono valutare quali sono le difficoltà da affrontare, studiare
il modo per superarle, e infine stabilire se rientrano nella loro sfera del rischio accettabile. Spesso riusciranno a trovare una soluzione che consentirà loro di raggiungere comunque la meta, ma qualche volta la cosa migliore da fare è tornare indietro e rimandare la salita a un altro giorno.
Interrompere una serie di decisioni sbagliate
Spesso gli incidenti sono il risultato di una serie di problemi o di errori che si sommano. mettendo gli scalatori in situazioni pericolose. Il gruppo potrebbe scatenare una sequenza di errori con un semplice sbaglio nella scelta dell’itinerario, per esempio prendendo la gola sbagliata all’inizio della discesa. Gli scalatori. ignari del loro errore, continuano a scendere. cercando dei riscontri fra il percorso e la descrizione fornita dalla cartina e dalla guida. Quando finalmente si accorgono di avere sbagliato, ormai sono scesi così tanto che ha più senso continuare per quella via che tornare indietro e cercare la gola giusta. Naturalmente questo errore ha provocato una perdita di tempo, e il buio e la stanchezza incombono. In una situazione del genere è difficile prendere una decisione sensata. Probabilmente, infatti, a questo punto gli alpinisti si trovano a dover affrontare la parte più impegnativa della discesa, e il rischio di rimanere coinvolti in un incidente è più alto, dal momento che si stanno muovendo al di fuori della sfera del rischio accettabile.
In casi analoghi a quello descritto gli scalatori tendono a prendere una decisione sbagliata dietro l’altra, senza nemmeno accorgersene. I motivi sono diversi.
-Una decisione sbagliata aumenta le probabilità che alla prima ne seguirà un’altra. Per esempio, se il gruppo supera il tempo totale stimato per l’andata e il ritorno, con ogni probabilità aumenterà l’andatura, proprio nel momento in cui la stanchezza inizia a farsi sentire.
-A ogni errore di valutazione seguono delle informazioni sbagliate, che a loro volta possono portare a ulteriori sbagli. Per esempio, dopo aver fatto un errore nella scelta del percorso, gli scalatori cercheranno degli elementi di riscontro sulla cartina e nella descrizione della via, e se trovano qualcosa che assomiglia a quello che stanno cercando, continueranno a seguire la direzione sbagliata.
-Mentre la sequenza di errori si allunga, le probabilità di una soluzione positiva diminuiscono, e gli scalatori potrebbero trovarsi in una situazione disperata.
È importante imparare a riconoscere il complicato meccanismo che sta alla base di una catena di decisioni sbagliate. Prestate attenzione a ogni singolo dettaglio che lasci intuire che il gruppo non ha più il polso della situazione. In particolare, state attenti a questi segnali
-INCAPACITÀ DI CONSEGUIRE GLI OBIETTIVI PREFISSATI: cercate di capire il motivo per cui non riuscite a raggiungere i vostri obiettivi. Va rintracciato nella forza del gruppo, nella scelta del percorso, o dipende da altri fattori?
-CONCENTRAZIONE SU UN ASPETTO DELL’ESCURSIONE: mentre il gruppo sta affrontando un tratto impegnativo della via, ci sono degli altri fattori che stanno cambiando, come le condizioni meteorologiche o la resistenza dei suoi componenti?
-VIOLAZIONE DELLA SFERA DEL RISCHIO ACCETTABILE: il gruppo sta arrampicando su una via al di sopra delle capacità dei suoi membri?
-DISCREPANZE IRRISOLTE: la via che si sta seguendo presenta delle differenze rispetto alla descrizione?
-SENSAZIONE CHE CI SIA QUALCOSA DI SBAGLIATO: il vostro corpo sta cercando di dirvi qualcosa che la vostra mente non ha ancora messo a fuoco?
Ecco che cosa potete fare per cercare di spezzare la catena di decisioni sbagliate
-Preparatevi ad ammettere di avere sbagliato. Cercate dei riscontri alle vostre decisioni, da parte dei vostri sensi e dei vostri compagni. Perché questo funzioni, è essenziale che ci sia una buona comunicazione fra di voi.
-Controllate il livello di stress. Una tensione moderata aumenta il livello di attenzione e aiuta a prendere le decisioni. Una soglia di attenzione troppo bassa favorisce l’autocompiacimento e la disattenzione, mentre uno stress eccessivo scatena il panico.
-Fate attenzione alla sequenza di decisioni sbagliate: se vi accorgete di aver fatto un errore, assicuratevi che al primo non ne siano seguiti altri, prima di stabilire che è solo la prima decisione a influire sulla situazione attuale.
-Analizzate una decisione sbagliata non appena siete riusciti a interrompere la catena di errori, in modo da avere gli elementi per evitare di ripetere lo stesso sbaglio in futuro.
Segnali d’allarme
In questo paragrafo proponiamo un esercizio mentale per migliorare la propria capacità decisionale. Immaginate un quadro comandi con delle spie verdi che indicano via libera, con delle spie gialle che invitano all’attenzione, e con delle spie rosse che indicano un vero e proprio pericolo; il quadro è collegato ai vostri sensi, al vostro cervello, e al vostro stomaco.
Cos’è che fa accendere le spie gialle e rosse? Questo dipende da ogni singolo scalatore e dalla sua resistenza. Se vi rendete conto che la vostra preparazione fisica non è adeguata, o che siete eccessivamente stanchi, le spie gialle dovrebbero accendersi. Il peggioramento delle condizioni meteorologiche, il superamento del tempo stimato per l’andata e il ritorno, o un tratto di avvicinamento più impegnativo del previsto, invece, dovrebbero far accendere almeno una lucina rossa. Se alcuni componenti del gruppo sono inesperti, o se uno di loro si è rivelato un compagno, si accenderà una spia gialla, che potrebbe facilmente diventare rossa. Le spie che invitano alla prudenza devono accendersi anche quando manca dell’attrezzatura, quando le scorte di acqua e di cibo iniziano a scarseggiare, quando il livello tecnico di uno scalatore è al limite del grado difficoltà della via, e in ogni caso ad alta quota, quando l’arrampicata comporta inevitabilmente dei rischi superiori. In base alla situazione specifica ogni singolo scalatore può aggiungere altre voci al quadro delle spie, per esempio “pericolo di valanghe” o “esposizione”. Per quanto riguarda i sensori collegati allo stomaco, fate molta attenzione ai casi in cui una “sensazione di pancia” fa accendere una luce gialla o rossa.
Nel visualizzare questo quadro di comandi immaginario, ripensate all’ultima volta che avete arrampicato, e provate a ricordare se ci sono stati dei momenti in cui le spie avrebbero dovuto accendersi, indicando che stavate uscendo dalla vostra sfera del rischio accettabile. Quando sul pannello ci sono delle spie gialle o rosse lampeggianti, significa che l’arrampicata deve essere interrotta prima che si verifichi un incidente. Nonostante questa semplice regola, spesso capita di leggere dei resoconti di escursioni in cui il quadro delle spie avrebbe dovuto luccicare.
Nella vostra prossima arrampicata provate a fare questo esercizio mentale. Prima di tutto decidete come deve essere il vostro quadro di comandi personale, con quali spie e quali indicatori, poi stabilite quali sono le luci gialle e rosse che possono accendersi senza che l’escursione debba essere immediatamente interrotta. Questo livello di consapevolezza, basato sulla conoscenza dei fattori che contribuiscono alla sicurezza in montagna, vi aiuterà a decidere per il meglio durante l’arrampicata.
Luca Mattiello è un appassionato della montagna e uno specialista dell'attrezzatura necessaria per esplorare e affrontare le sfide di questo ambiente unico. Con una profonda passione per l'avventura all'aperto e una vasta conoscenza delle tecniche di escursionismo, alpinismo e trekking, Luca si dedica a condividere le sue esperienze e conoscenze.