L’arrampicata mista alterna dei tratti sulla roccia a delle sezioni sulla neve e sul ghiaccio, e a volte anche sul fango. In genere lo scalatore ha i ramponi. Arrampicata mista, per esempio, è la salita di una via rocciosa in inverno, che presenta delle fessure piene di ghiaccio e delle cenge coperte di neve; ma è anche la scalata di una via alpina che prevede l’attraversamento di una parete ghiacciata, interrotta da un nastro di roccia. Di recente si è iniziato a utilizzare la definizione di arrampicata mista per indicare la scalata di tratti rocciosi che intervallano aree di ghiaccio discontinue. Nella sua forma originaria, questa tecnica implicava che lo scalatore avesse un rampone sulla roccia e l’altro sul ghiaccio, una mano in una fessura e una piccozza nella neve gelata.
Attrezzatura e tecniche
Con ogni probabilità l’attrezzatura che utilizzerete per l’arrampicata mista è la stessa che stavate usando appena prima che il tratto ghiacciato terminasse. Se stavate attraversando un ghiacciaio, dunque, userete dei ramponi e una piccozza da alpinismo; per l’arrampicata su ghiaccio alpino, più impegnativa, molto probabilmente vi servirete di una piccozza da alpinismo e di un attrezzo da ghiaccio più corto, per esempio un martello, e di un paio di ramponi rigidi; su una cascata gelata con tratti misti, infine, utilizzerete degli attrezzi da ghiaccio per arrampicata tecnica e dei ramponi rigidi.
Ramponi per arrampicata mista
Nell’arrampicata mista di solito Io scalatore usa i ramponi. Anche se vi trovate a dover superare dei tratti rocciosi di dimensioni significative, infatti, potreste non essere in grado di togliere i ramponi per poi rimetterli non appena raggiungete il tratto ghiacciato successivo. Indipendentemente dal tipo di ramponi che scegliete, assicuratevi che siano perfettamente compatibili con i vostri scarponi. Per sopportare l’enorme sollecitazione alla quale li sottoporrete camminando sulla roccia, è fondamentale che siano della misura giusta e che aderiscano bene alla scarpa.
PUNTE ANTERIORI A ORIENTAMENTO VERTICALE: nell’arrampicata mista molti scalatori preferiscono usare dei ramponi tecnici e rigidi, dotati di punte anteriori a orientamento verticale (fig. 19.1). I ramponi monopunta (fig. 19.1b) aumentano il grado di precisione sugli spigoli, nelle fessure verticali e nei fori creati dalla becca. Questo tipo di ramponi è particolarmente pratico perché la singola
punta anteriore verticale imita la becca di un attrezzo da ghiaccio, e può essere facilmente infilata nel foro creato poco prima con la picozza.
PUNTE ANTERIORI A ORIENTAMENTO ORIZZONTALE: alcuni scalatori, invece, preferiscono usare dei ramponi con le punte a orientamente orizzontale Questi ramponi offrono maggiore stabilità perché la forma delle punte si adatta più facilmente alla conformazione degli strati sedimentari di molte catene montuose. Inoltre, dal momento che la superficie di appoggio è superiore, è più difficile che fuoriescano dal ghiaccio.
L’uso dei ramponi In realtà la scelta dei ramponi ha poco a che vedere con la corretta applicazione della tecnica Un buon arrampicatore individua l’appoggio per il piede e posiziona delicatamente la punta (o le punte) nel posto prescelto. à fondamentale spostare il peso del corpo in modo uniforme, senza gesti bruschi e inconsulti, per testare la solidità dell’appoggio prima di caricare completamente. Una volta che avete caricato il peso del corpo sul piede è importante che lo teniate ben fermo, per evitare che le punte ruotino, uscendo da una fessura o slittando da una cengia. Un attento lavoro di piedi è il perno dell’arrampicata mista. Applicando la tecnica in modo corretto non graffierete la roccia e le punte dei ramponi rimarranno affilate, consentendovi di affrontare un tratto tecnico su ghiaccio che potreste incontrare più avanti.
Le mani sulla roccia
Anche se generalmente i dry tooler non tolgono i ramponi per superare un tratto roccioso. molto spesso ripongono gli attrezzi da ghiaccio e continuano ad arrampicare con le mani. Infatti, su una cengia rocciosa inclinata verso il basso è quasi impossibile trovare un punto adatto per piantare la piccozza, o una fessura abbastanza grande da contenere il pugno, mentre è molto facile trovare dei comodi appigli per le mani.
Se l’attrezzo da ghiaccio è dotato di un lacciolo stretto, che aderisce al polso, per liberare la mano non dovrete fare altro che lasciare la presa sul manico. Questo metodo è particolarmente comodo se dopo pochi passaggi ne avrete nuovamente bisogno. Per impugnarlo vi basterà un rapido movimento del polso.
Per i tratti lunghi, invece, è preferibile infilare l’attrezzo nel portapiccozza, che può essere montato sull’imbrago o sulla cintura dello zaino. In alternativa potete agganciarlo a un moschettone di riserva. Tenete presente che potreste avere qualche difficoltà a infilare nel portapiccozza un attrezzo da ghiaccio con il manico rivestito di materiale antiscivolo, e il lacciolo potrebbe impigliarsi. Assicuratevi che l’attrezzo non possa uscire accidentalmente dalla custodia o sganciarsi dal moschettone, perché perderlo su una via mista sportiva monotiro sarebbe seccante e imbarazzante, ma farlo cadere su una via alpina impegnativa potrebbe avere conseguenze molto gravi.
Il metodo più sicuro per riporre un attrezzo da ghiaccio è quello di agganciare la testa a un moschettone di riserva, usando l’apposito foro. Per sganciarlo non dovrete far altro che impugnare la testa e aprire la leva del moschettone con il pollice.
Una volta che avete le mani libere, usatele come per l’arrampicata sulla roccia. L’incastro del pugno, la presa classica o arcuata, il dulfer
e la pressione verso il basso sono tutte tecniche che possono essere utilizzate per ottenere il giusto equilibrio del corpo e consentire un corretto lavoro di piedi.
Tenete presente che, mentre arrampicherete sulla roccia, con ogni probabilità avrete i guanti. L’arrampicata tecnica mista, come la tradizionale arrampicata tecnica su roccia, richiede molta abilità nell’uso delle prese, dei moschettoni, delle protezioni e dei laccioli degli attrezzi, e dunque sarebbe impossibile affrontare un terreno misto con dei guanti ingombranti. La maggior parte dei dry tooler indossa dei guanti di pile di consistenza media, ne tiene un paio più caldo in una tasca e un terzo paio di scorta nel coperchio dello zaino.
Gli attrezzi da ghiaccio sulla roccia
Quando gli appigli diventano troppo piccoli per le mani e le fessure sono piene di ghiaccio, è il momento di utilizzare gli attrezzi. Quando usate una piccozza o un martello/piccozza sulla roccia, sfruttate ogni singola parte dell’attrezzo. Cercate di essere aggressivi e allo stesso tempo creativi.
AGGANCIO DI UNA CENGIA: questa semplice tecnica è il metodo più comune per utilizzare la becca dell’attrezzo da ghiaccio sulla roccia. Mentre sollevate il corpo facendo perno sull’attrezzo, è fondamentale che teniate il manico ben fermo contro la roccia (fig. 19.10a). perché spostandolo verso l’esterno fareste fuoriuscire la becca dall’appiglio (fig. 19.10b). Potete anche usare la paletta o il martello dell’attrezzo per agganciare un appiglio roccioso. ma dovete essere molto prudenti, perché in questo caso la becca è rivolta verso di voi. Mentre salite, in alcuni casi è consigliabile trasformare l’aggancio in un ristabilimento, impugnando la testa dell’attrezzo (fig. 19.11). Questa tecnica è particolarmente comoda se l’appiglio successivo si trova molto in alto.
TORSIONE: se la fessura nella quale avete infilato la becca è troppo grande, fate ruotare il manico fino a quando la lama non si incastra saldamente (fig. 19.12). Se mantenete la giusta pressione, la presa è sicura. Potete usare questa tecnica anche con il martello, la paletta e persino con il manico dell’attrezzo.
STEIN PULLER: è una tecnica molto sicura e per eseguirla dovete inserire la becca rovesciata in una scaglia rivolta verso il basso (fig. 19.13). Poi, facendo lo stesso movimento che fa il barista quando versa la birra alla spina, tinte verso il basso il manico dell’attrezzo, in modo che la becca si incastri nell’appiglio. spingendo la testa dell’attrezzo contro la roccia, in modo da creare forze opposte.
Maggiore è la trazione esercitata sul manico, maggiore è la tenuta della presa. Uno dei grossi vantaggi di questa tecnica è che vi permette di agganciare un appiglio che si trova sopra di voi (fig. 19.14a), consentendovi di salire fino a quel punto (fig. 19-14b), dopodiché potete trasformare l’aggancio in un ristabilimento, senza togliere la becca dalla roccia (fig. 19-14c-d).
ACCOPPIAMENTO: si tratta di un’altra tecnica molto utile nel dry tooling. Proprio come nell’arrampicata su roccia, quando si mettono entrambe le mani in un solo appiglio, una sopra l’altra, lo stesso appiglio viene usato per
tutti e due gli attrezzi. Questo è reso possibile dal fatto che la becca degli attrezzi da ghiaccio è molto stretta, e un appiglio di circa 6-7 millimetri è in grado di contenerne due, affiancate. Quando utilizzate questa tecnica, accertatevi che l’appiglio sia abbastanza resistente da sopportare l’enorme sollecitazione esercitata dalla coppia di attrezzi.
SOVRAPPOSIZIONE: anche questa tecnica è molto diffusa nel dry tooling. Se trovate un appiglio resistente, e nell’area circostante non ce ne sono altri, cercate di agganciare la becca dell’attrezzo che avete posizionato in quell’appiglio alla becca dell’altra piccozza (fig. 19.15). Come per l’accoppiamento, anche nella tecnica di sovrapposizione dovete accertarvi che l’appiglio sia in grado di sostenere il carico enorme esercitato dai due attrezzi.
Posizione del corpo
Per arrampicare su terreno misto occorre associare un uso preciso dei ramponi e degli attrezzi da ghiaccio a una corretta posizione del corpo. Raramente vi basterà fare perno sugli attrezzi e camminare semplicemente lungo la parete.
Per esempio, provate a immaginare una cengia che digrada verso destra. Per agganciarla e mantenere l’attrezzo in posizione durante il passaggio, dovete piegarvi verso il basso e a sinistra (fig. 19.16). Al contrario, un dulfer verso destra è inutile, se i ramponi non si trovano in una posizione tale da permettere di spingere lateralmente (fig. 19.17).
Facendo molta pratica su terreno misto acquisterete fiducia in voi stessi e imparerete a posizionare i ramponi e gli attrezzi in modo sempre più sicuro. Arrampicate tutte le volte che potete su vie miste, mentre siete assicurati in moulinette, indipendentemente dal grado di difficoltà della salita. Se avete dei problemi a effettuare un passaggio, controllate la vostra posizione. A volte è sufficiente cambiare leggermente l’inclinazione del corpo per superare un ostacolo che sembrava insormontabile.
Protezioni
Se potete scegliere fra un ancoraggio sulla roccia e uno sulla neve o sul ghiaccio, optate per il primo, perché è relativamente facile giudicare la solidità di una protezione nella roccia, mentre la neve e il ghiaccio possono trarre in inganno. Potrebbe essere necessario scavare e togliere la neve, il ghiaccio e gli eventuali detriti, prima di poter infilare una protezione nella roccia. Per rimuovere la neve farinosa bastano le mani, ma per quella dura e per il ghiaccio dovrete usare la piccozza. Se trovate una fessura piena di ghiaccio, un chiodo o un uncino da ghiaccio fanno al caso vostro. Un dado da incastro con cavetto spinto in una fessura con la becca offre una protezione solida.
Assicurazione e riduzione della forza d’impatto sul sistema di arrampicata
Poiché le protezioni miste non sempre sono totalmente sicure, è importante fare affidamento su un’assicurazione dinamica. Come sempre, usate un ancoraggio di assicurazione resistente, multiplo e pluridirezionale, con ganci o chiodi ben piantati.
Per ottenere un’assicurazione parzialmente dinamica potete usare una corda che abbia una forza d’impatto relativamente bassa (da 4 a 7 kilonewton). L’uso di diversi sistemi a mezze corde garantisce basse forze d’impatto. Tenete presente che le corde a bassa forza d’impatto si allungano di più rispetto alle corde usate per l’arrampicata su roccia, più spesse, con le quali probabilmente avete maggiore dimestichezza. Con queste corde, in caso di caduta il volo sarebbe più lungo, dunque calcolate bene la distanza dalle cenge sottostanti.
È consigliabile utilizzare sempre degli ammortizzatori di carico, applicandoli sia alle protezioni lungo il tiro sia all’ancoraggio di assicurazione, perché contribuiscono a ridurre le forze d’impatto sull’intero sistema.
Quando arrampicate da primo usando delle protezioni incerte dovete anche cercare di ridurre al minimo la resistenza esercitata dalla corda. Se lungo la via la corda procede a zigzag fra una protezione e l’altra, e lo scalatore cade, l’attrito generato in corrispondenza delle curve impedisce alla corda di allungarsi come dovrebbe, e quindi di assorbire parte del carico. In questo caso la protezione che si trova più vicino allo scalatore che cade viene sottoposta a una forza d’impatto sproporzionata. Cercate di fare in modo che il percorso disegnato dalla corda sia il più lineare possibile, usando la tecnica a due corde e degli anelli molto lunghi.
Arrampicare da primo
Arrampicare da primo su terreno misto può esser un’esperienza emozionante, ma non alla portata di tutti. I tiri misti, infatti, sono molto impegnativi, e richiedono una buona dose di audacia. Trattenere la caduta di un capocordata con i ramponi ai piedi e gli attrezzi da ghiaccio in mano non è un compito semplice. Prima di decidere di arrampicare da primo su un tiro misto, valutate le vostre effettive capacità, e siate onesti con voi stessi. Se siete giunti alla conclusione che siete in grado di arrampicare da primi e attrezzare la via, tenete a mente alcuni suggerimenti preziosi. .
-Individuate il passaggio chiave (o i passaggi chiave) e studiatelo attentamente. Pensate in anticipo alla sequenza di movimenti che farete per superarlo e per attrezzarlo, ed escogitate un piano di riserva.
-Una volta che siete lungo la via, mettete le protezioni mentre vi trovate su un punto di riposo, per non dovervi fermare proprio nel bel mezzo di un passaggio chiave.
-Studiate in anticipo i movimenti che farete e arrampicate con decisione.
-Rilassatevi e respirate profondamente. Questo servirà a distendere i nervi.
-e non sapete come affrontare un passaggio, arrampicate in discesa fino all’ultimo punto di sosta, ristudiate il percorso e provate ancora, magari modificando leggermente la tecnica. Se il passaggio rimane insormontabile, arrampicate in discesa o calatevi giù.
-Siate pronti a lasciare sul posto del materiale.
-Cercate di fare in modo che il percorso disegnato dalla corda sia il più lineare possibile, usando la tecnica a due corde e degli anelli molto lunghi.
-Se vi rendete conto che la caduta è imminente, controllate la zona “di atterraggio”. Nei limiti del possibile cercate di non danneggiare la corda con i ramponi o gli attrezzi; liberate gli attrezzi e i ramponi dalla presa e date una spinta alla parete per allontanarvi. Girate la becca degli attrezzi verso l’esterno e voltate i ramponi verso la darete, piegando leggermente le ginocchia per assorbire l’urto.
ARRAMPICATA INVERNALE
Le condizioni estreme dell’arrampicata invernale possono creare paesaggi fantastici, quasi surreali. Nelle fredde e limpide giornate d’inverno, il cielo terso costituisce uno sfondo perfetto per l’azzurro vivido del ghiaccio, che brilla sotto i raggi del sole in un suggestivo gioco di luci.
Per avventurarsi sulle cascate di ghiaccio e su terreno misto bisogna essere degli alpinisti esperti, bisogna avere tutta l’attrezzatura necessaria, oltre a un incontenibile desiderio di arrivare alla meta. Lo scalatore affronta il freddo e il vento armato fino ai denti, come un cavaliere medievale. Le sue armi sono gli attrezzi da ghiaccio e i ramponi, l’armatura è costituita dal pile, dalla giacca di Gore-Tex e dagli scarponi con lo scafo.
Equipaggiato per il rigore invernale, il dry tooler deve essere altrettanto abile sulla roccia e sul ghiaccio, deve saper arrampicare da primo su qualunque tipo di terreno, deve essere in grado di valutare il pericolo di valanghe. La dote più importante di un dry tooler, però, è la più completa obiettività rispetto alle proprie capacità. Non deve dimostrare nulla a nessuno, e non arrampica per egocentrismo. Il dry tooler sfrutta gli appigli più piccoli, si avventura sul ghiaccio sottile, arrampica sulle vie più ripide, non per gloria o vanità, ma per gustare a pieno la libertà delle montagne.
Luca Mattiello è un appassionato della montagna e uno specialista dell'attrezzatura necessaria per esplorare e affrontare le sfide di questo ambiente unico. Con una profonda passione per l'avventura all'aperto e una vasta conoscenza delle tecniche di escursionismo, alpinismo e trekking, Luca si dedica a condividere le sue esperienze e conoscenze.